LO STATO DELLE COSE – Richard Ford

Siamo nel 2000, l’anno del nuovo Millennio e della sfida elettorale tra Al Gore e George Bush. Bascombe, ex giornalista sportivo, ora agente immobiliare, ha cinquantacinque anni e un cancro alla prostata. Vive a Sea-Clift, una cittadina immaginaria sulla costa del New Jersey, luogo affascinante ma desolato, specie nei mesi invernali. Alla vigilia del Giorno Del Ringraziamento, Frank fa un bilancio della propria vita e prova a dare un senso al tempo che gli rimane da spendere, il “Periodo Permanente” lo definisce “quella fase della vita in cui ben poco di ciò che diciamo è virgolettato, quando poche voci contrarie ci insinuano dubbi nella mente, quando il passato sembra più generico che specifico, quando la vita è una destinazione più che un viaggio e quando la persona che sentiamo di essere sarà grosso modo come ci ricorderà la gente una volta schiattati“. Quel tratto del percorso, per capirci, l’ultimo, in cui non provi nessuna paura del futuro perché la vita non è più rovinabile. Nonostante tutto, Bascombe è un uomo sereno, forte e consapevole nei suoi dubbi; sa che non può sfuggire al corso degli eventi ma affronta i giorni che lo separano dalla fine con la passione e la curiosità di sempre. Medita, riflette sul passato, ricorda, se ne va in giro lungo la costa alla guida della sua Suburban, osserva il mondo, il suo mondo fatto di spiagge sconfinate spazzate dal vento, di villette a schiera che compra e vende con il socio Mike – un buddista di origini tibetane, disgraziatamente repubblicano –  di bar semideserti, ristoranti a base di pesce e di stradine attraversate da podisti e surfisti della domenica. Frank deve districarsi tra una ex moglie che vorrebbe tornare da lui, Ann, e la moglie attuale, Sally, che ha deciso invece di lasciarlo per volare in Scozia dal suo primo marito misteriosamente ricomparso dall’altra parte del mondo dopo essere stato creduto morto in Vietnam. A completare il quadro dei protagonisti, i tre figli di Bascombe avuti dal primo matrimonio: Ralph, morto all’età di nove anni, Paul, ragazzo goffo, mentalmente limitato, una specie di scrittore che campa scrivendo biglietti di auguri e che nonostante l’aspetto sgradevole si accompagna a una giovane “Anita Ekberg”; infine Clarissa, l’intellettuale della famiglia, bella, atletica, lesbica ma che si sforza di diventare eterosessuale. L’attesa del Giorno Del Ringraziamento di Frank ci ricorda l’ultimo Natale dei coniugi Lambert ne Le Correzioni di Jonathan Franzen: il desiderio, misto di nostalgia, di allontanare lo spettro della morte e di ricomporre, almeno per una sera, quel che resta di una famiglia sgangherata e litigiosa.

Bascombe ci piace perché è uno di noi. Gli alti e i bassi, le cadute, la speranza, il disincanto, la storia della sua vita, così dannatamente americana, amara e beffarda nel racconto magistrale di Ford, acquista la dimensione universale di tutte le altre storie che toccano i sentimenti più profondi e scuotono le coscienze dei lettori. A questo servono i buoni romanzi, a questo serve la letteratura: a non sentirci soli nel grande respiro del mondo.

Angelo Cennamo

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