
“Era diventata famosa per un post che diceva semplicemente ‘Esiste un cane gemello?’. Tutto qui”.
Di ricente la letteratura, specie quella americana, in più occasioni ha esplorato il mondo di internet e messo in guardia dalle minacce del web: “Il cerchio” di Dave Eggers, “Il libro dei numeri” di Joshua Cohen e “Scatola nera” di Jennifer Egan, l’infelice esperimento narrativo composto interamente da tweet, sono gli esempi più noti di questo filone modernista nel quale va a collocarsi a pieno titolo anche “Nessuno ne parla”, romanzo breve – 160 pagine, edito in Italia da Mondadori – già finalista al Booker Prize 2021. L’autrice, Patricia Lockwood, poetessa e scrittrice dell’Indiana dalla biografia piuttosto singolare (è nata, pensate, in una roulotte da una famiglia nomade numerosissima) del virtuale coglie un aspetto nuovo, diverso dai precedenti citati, cioè la possibilità attraverso lo sconfinato e indecifrabile universo dei social di diventare altro, rinascere, assumere una seconda identità illusoriamente più gratificante di quella reale. La protagonista di questa non-storia, grazie a un post banalissimo per non dire stupido, diventa un’eroina del web (il portale, lo chiama la Lockwood) con milioni di follower e visualizzazioni in tutto il mondo. La sua “voce” su qualunque argomento – sesso, clima, politica ( il portale ha consentito tra l’altro l’ascesa al potere di un pericoloso dittatore) – genera curiosità, attenzione, profitto. Non siamo forse diventati tutti virologi ed esperti di diritto internazionale?, sembra ricordarci l’autrice. Ma una tragedia familiare è in agguato, come una sveglia che ti scuote nel sonno: il reale irrompe nel virtuale, lo denuda e ne mostra i limiti. La non-storia prende un’altra piega, parallela, drammaticamente vera. Il finale è un “Lincoln nel Bardo” senza poesia ma ugualmente efficace nella sua mimesi grottesca.
“Nessuno ne parla” è uno strano romanzo, scritto in terza persona, con periodi staccati, destrutturato e frammentato esattamente come il mondo dei social: la Lockwood salta da un argomento all’altro in un gioco di file che si aprono e si chiudono tra le pagine del libro. Vivace, spietato, istruttivo.
Angelo Cennamo