Le vite ordinarie raccontate da Richard Yates nei suoi romanzi sono le nostre vite. Cold Spring Harbor, l’ultimo romanzo di Yates, viene pubblicato nel 1985, ventiquattro anni dopo il più celebre “Revolutionarity road”, il libro d’esordio che ha lanciato lo scrittore di Yonkers nel ghota della letteratura americana. Yates è appena uscito da un periodo difficile, tormentato, e non solo dal punto di vista professionale. Come nell’altro romanzo, al centro del racconto scopriamo storie di nuclei familiari – in questo caso gli Shepard e i Drake – i cui destini si incrociano per una strana circostanza in un caldo e indimenticabile pomeriggio newyorchese. “Cold Spring Harbor” e’ il nome di un piccolo villaggio su Long Island. Qui vive Charles Shepard, un capitano dell’esercito costretto al congedo per un problema alla vista, con sua moglie Grace, donna sull’orlo di una crisi di nervi e quasi del tutto assente nello svolgimento della trama, ed Evan, l’unico figlio della coppia, uscito da un’adolescenza turbolenta, costellata di piccole infrazioni penali, grazie alla passione per i motori. Quando bussa alla porta di Gloria Drake, una porta qualunque, Charles ha l’auto in panne e ha bisogno di un telefono. “Gloria poteva avere non più di cinquant’anni, ma delle sue eventuali grazie di un tempo non era rimasto granché“. E’ una donna sola, divorziata da parecchi anni, con due figli. L’incontro tra i due sembra il preludio di una imprevedibile passione – Charles e’ un uomo gradevole e Gloria non nasconde affatto la simpatia che prova per lui – ma ad innamorarsi sono i loro figli: Evan – bullo di periferia, sveglio, pragmatico, con una breve esperienza matrimoniale alle spalle – e Rachel – ragazza fragile e sognatrice, con un fratello più giovane ( Phil), timido, goffo, che non andrà mai a genio al futuro cognato. Tutto il romanzo scorre senza sussulti attraverso le vicende quotidiane delle due famiglie, diventate tre dopo il matrimonio di Evan con Rachel. La narrazione fluida, come sempre curata e particolareggiata di Yates, non sembra infatti conferire al racconto lo spessore del capolavoro. Ma la ricomparsa nella trama di Mary, la prima moglie di Evan, conosciuta dal giovane Shepard tra i banchi del liceo e sposata per una gravidanza improvvisa, cambierà decisamente il corso degli eventi e chiuderà la storia con un finale amaro e inaspettato.
Perché ci piacciono così tanto i romanzi di Richard Yates? Perché nelle storie che raccontano non accade nulla: Yates ci sorprende con la normalità; i protagonisti delle sue trame sono persone come noi, uomini e donne che si sposano, che litigano e che fanno figli. Nella figura del capitano Shepard, ad esempio, ho ritrovato mio padre, anche lui pensionato dell’esercito. Nella decadente signora Drake, una vicina di casa, segnata dalla malinconia e con la paura di invecchiare. Il giovane Evan, invece, somiglia molto ad un mio vecchio compagno di scuola, bello e dannato proprio come lo scapestrato marito di Rachel. Si chiamava Giorgio. Chissà che fine ha fatto.
Angelo Cennamo