IL POTERE DEL CANE – Don Winslow

 

 

Il potere del cane - Don Winslow

 

 

Quando compri un romanzo di Don Winslow sai più o meno cosa ti attende: unghie mangiucchiate, polpastrelli levigati fino alla totale abrasione; nottate insonni a bere caffè, sperando che l’inquilino del piano di sopra si decida una buona volta ad abbassare il volume della tv; conversazioni telefoniche interrotte bruscamente con un “Ok, ok, la richiamo io”, salvo poi dimenticarti il perché e soprattutto chi, chi dovrai richiamare. E quando.

Sono arrivato a leggere Il Potere del cane seguendo un percorso a ritroso, dopo cioè aver apprezzato Corruzione, l’ultimo libro di Winslow, uscito contemporaneamente negli Usa e in Italia, quasi a suggellare il rapporto di amicizia che lega il nostro Paese al grande scrittore newyorchese. Il titolo di nuovo maestro del crime Winslow se l’è guadagnato sul campo, praticando prima il mestiere di investigatore privato, poi scrivendo bestsellers del calibro de: L’inverno di Frankie Machine, La pattuglia dell’alba, Le Belve, Il Cartello, romanzi di grande successo che hanno ispirato anche il mondo della cinema.

Diciamo subito che maneggiare un librone di oltre settecento pagine fittissime di nomi e di avvenimenti come Il Potere del cane richiede molta concentrazione. Per orientarsi allora nell’intricatissima rete degli eventi, abilmente disegnata dall’autore, e in confronto alla quale anche le ingarbugliate vicende della famiglia Incandenza dell’Infinite Jest di Foster Wallace possono apparire come un’ordinata e prevedibile sequenza di fatti, consiglierei ai lettori di dotarsi di carta e penna e di appuntarsi i passaggi salienti della storia: nomi e riferimenti geografici. Eviterò di dilungarmi sulla trama per non inciampare in qualche sgradevole anticipazione: quando si recensisce un libro di Winslow lo spoiler è sempre in agguato.

Il Potere del cane è un romanzo sul narcotraffico – il Guerra e Pace del narcotraffico lo ha definito qualcuno, evocando le suggestioni del celebre libro di Tolstoj. Non un thriller in senso stretto, ma un romanzo criminale, lo spaccato cioè di una società corrotta e collusa con i più agguerriti cartelli della droga messicana e colombiana che si combattono in spregio di qualunque codice giuridico e morale. I personaggi, numerosi, che Winslow tratteggia magistralmente nel corso della narrazione – sempre fluida, incalzante, con dialoghi serrati che sembrano usciti dalla sceneggiatura di un film –  si muovono lungo tutto l’asse del Centro America, dal Texas alla Colombia, in un andirivieni frenetico che tiene il lettore col fiato sospeso dall’inizio alla fine.

Vediamoli alcuni di questi protagonisti, a cominciare da Art Keller, il superpoliziotto che da solo o quasi deve fronteggiare i peggiori clan criminali dello spaccio. Art, nato da padre bianco e da madre messicana, e cresciuto nel Barrio di San Diego, è perfettamente a suo agio nell’antropologia criminale che popola il romanzo. Coraggioso, spavaldo, eticamente duttile, è forse corrotto come il Denny Malone di Corruzione? Chi non lo è nei romanzi di Winslow. Art è un agente della DEA, l’unità speciale della polizia americana che contrasta i cartelli messicani. Ma lui in quel mondo si è calato in gran segreto attraverso altri canali: i fratelli Adàn e Raul Barrera, nipoti del più temuto Miguel Angel, detto Tìo, anche lui poliziotto come Art, sulle tracce di Don Pedro, El Patròn, il re del narcotraffico fino a quel momento.

Art ci avrebbe pensato, e avrebbe capito che prima di conoscere Adàn Barrera non aveva mai avuto un vero amico“. Relazioni pericolose, ambigue. La protezione che Tìo Barrera accorda inizialmente ad Art Keller è il viatico più breve per guadagnare prestigio e considerazione negli ambienti della polizia. Ma col tempo quella strana sudditanza diventa un fardello ingombrante, una macchia che Art deve levarsi di dosso per non rimanere schiacciato come tutti gli altri personaggi della storia.

Adàn e Raul sono criminali spietati, disposti a tutto pur di disarcionare Don Pedro dal vertice della malavita. La nuova Federaciòn dei Barrera sarà come la Gallia di Giulio Cesare, divisa in tre parti: gli Stati del Golfo, lo Stato di Sonora e La Baja. Le vicende della famiglia Barrera sono una lunga sequenza di colpi di scena, delitti, ritorsioni, e di finti pentimenti. Padre Parada è un prete di strada, cresciuto in mezzo al popolo, un uomo potente ma anche un folle che sfida i proiettili, il potere criminale e la corruzione della Chiesa. La sua presenza carismatica è il crocevia di molte storie che vanno ad intersecarsi con le indagini di Art e con le scorribande di altri protagonisti, a cominciare da Sean Callan, ragazzo di origini irlandesi trasformatosi quasi per caso in un killer spietato ed infallibile, e Nora Hayden, prostituta di alto bordo, finita, dopo un’adolescenza tormentata, nel vortice dell’organizzazione criminale. Nora ci viene descritta come una donna bellissima, affascinante, sensuale, di fronte alla quale nessun uomo saprebbe resistere, neppure Padre Parada. Eppure in Nora c’è una luce, un barlume di moralità. Tutti i personaggi del libro sembrano attraversati da un velato senso di colpa e animati dal desiderio di redimersi in qualche modo. Timidi tentativi soffocati però da un male più profondo e da una guerra feroce che non risparmia nessuno.

Angelo Cennamo

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