ROSSOAMARO – Bruno Morchio

 

rossoamaro - Morchio

 

Bruno Morchio è uno psicologo, autore di romanzi ascrivibili al genere “noir mediterraneo”. Il protagonista delle sue storie è Bacci Pagano, un investigatore privato genovese, “un ratto dei carruggi” con un passato da movimentista di sinistra, che gira in vespa e fuma la pipa come il commissario Maigret. La Genova di Pagano somiglia un po’ alla Marsiglia di Fabio Montale, il protagonista delle storie di Jean-Claude Izzo, padre putativo di questa corrente letteraria, che si distingue dall’hard boiled americano per le sue connotazioni geografiche, ma anche per uno spessore narrativo diverso ed uno spettro tematico più ampio.

Rossoamaro esce nel 2008 ed è uno dei libri migliori della produzione di Morchio. Il romanzo si sviluppa attraverso due trame ambientate in epoche diverse. Nel gennaio del 1944, Tilde, una giovane staffetta partigiana, viene arrestata e poi rilasciata. Il capo della sua brigata la spinge tra le braccia di un capitano dell’esercito tedesco affinché carpisca da lui il nome di una spia. Da quella relazione clandestina, dolorosa e travagliata, avrà origine la vicenda raccontata nel presente. Arriviamo dunque ai giorni d’oggi. In una corsia di un ospedale, mentre veglia una prostituta africana sfuggita ad una banda di mercanti di uomini, Bacci Pagano viene avvicinato da un signore anziano che ha lo stesso cognome del capitano tedesco protagonista dell’altra storia, Hessen. L’uomo vuole affidargli l’incarico di ritrovare il suo fratellastro italiano per lasciargli una grossa somma in eredità. Dietro quella strana richiesta si nasconde però un mistero clamoroso che verrà svelato solo nella parte finale del romanzo. Inizia così per Bacci un viaggio avventuroso nel passato della sua città, tra vecchi partigiani sopravvissuti, spie e fascisti. Un’indagine insolita che lo porterà a scoprire anche alcuni segreti della propria famiglia. Rossoamaro è un romanzo ben strutturato che racconta un periodo importante della nostra storia, forse con un pizzico di retorica e di eccessivo trasporto o coinvolgimento da parte dell’autore – Morchio, del resto, non ha mai nascosto le proprie convinzioni politiche, anzi –  ma con una scrittura superba ed una giusta dose di sentimentalismo. Una storia appassionante, malinconica e originale, nella quale le due figure femminili, la giovane partigiana e la ragazza schiava sembrano sovrapporsi nel triste destino che le accomuna, travalicando tempo e latitudini. Questa è la bellezza e il tratto distintivo del noir italiano, oltre il delitto c’è di più: la storia, la politica, la società, l’amore, l’amicizia.

Angelo Cennamo

 

Standard

Lascia un commento