LA FORZA DEL DESTINO – Marco Vichi

 

la forza del destino - Vichi

 

In Morte a Firenze, prequel de La forza del destino, il commissario Bordelli, indagando sull’omicidio efferato di un tredicenne, si era scontrato con una verità per lui inaccessibile, che lo aveva costretto alla resa con un avvertimento chiaro: lo stupro della sua giovane fidanzata Eleonora da parte di sconosciuti legati alla massoneria. Il finale del libro è amaro, poco consolatorio, come a voler rimarcare la differenza tra noir e giallo classico, genere nel quale gli assassini vengono sempre individuati dall’investigatore di turno e consegnati alle patrie galere. Ma a Vichi, come ai suoi lettori, la trama poliziesca interessa molto poco, preferisce il contorno: le atmosfere degli anni Sessanta, i sapori della cucina toscana, il valore dell’amicizia, gli amori appena nati e già finiti. L’indagine allora porta all’uomo, a Franco Bordelli, la sua vita, i ricordi dell’infanzia e della guerra, il disincanto, la solitudine.

Siamo nella primavera del 1967, Firenze si lecca le ferite dell’alluvione che l’ha devastata pochi mesi prima. Nel tempo in cui tanti abbandonano paesi e borghi antichi per andare a vivere nelle città, Bordelli fa una scelta controcorrente: lascia la polizia e va ad isolarsi in una casa di campagna, tra civette e cinghiali. E’ un uomo solo, inquieto, deluso dalla brutta storia del piccolo Giacomo Pellissari e dai danni collaterali che hanno rovinato il suo rapporto con Eleonora. Cammina nei boschi col cane Blisk, legge romanzi di Dostoevskij, spacca la legna, fa la spesa, accende il fuoco, cucina piatti contadini, guarda la tv e zappa il suo orto

Era vero che la solitudine e il silenzio della campagna invitavano a rimuginare su ogni cosa e a coltivare la malinconia, ma quella vita gli piaceva più di quanto avesse immaginato

Come il Frank Bascombe di Richard Ford, Bordelli medita sui massimi sistemi e sulle strane coincidenze di una vita infelice, senza sussulti.

Il romanzo si apre con il suicidio o presunto tale di uno degli assassini mai scoperti del piccolo Giacomo. Piras, il fidato braccio destro dell’ex commissario, intuisce che dietro quella morte potrebbe esserci lo zampino di Bordelli. Il primo passo di un piano criminale, ben congegnato ed insospettabile che trasformerà il protagonista in una specie di serial killer o, se preferite, in un giustiziere della notte deciso a vendicare a qualunque prezzo il delitto al centro della trama precedente. Le giornate del Charles Bronson di San Frediano scorrono lente, tra passeggiate, incombenze, nuovi incontri femminili, e cene con il Botta, l’amico ladro che Bordelli scorta fino a Milano con una pantera della polizia per aiutarlo a compiere una truffa milionaria. Che ti succede, commissario?

La forza del destino è un romanzo dal doppio registro, un po’ bucolico-crepuscolare, un po’ thriller-noir. La trovata di Vichi di trasformare Bordelli in un brutale assassino, se da un lato spiazza i lettori mantenendo viva la suspence, dall’altro fa perdere credibilità al protagonista e ad una storia, certamente ben scritta, perfettamente calata nel contesto temporale ed ambientale, e con la solita ironia, ma che avrebbe potuto trovare una migliore evoluzione.

Angelo Cennamo

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