
La Penitentiaria Apostolica – più comunemente Tribunale delle anime – fu istituita nel XII secolo per giudicare i peccati più gravi, quelli che richiedono approfondimenti, assoluzioni ragionate, studiate con maggiore cura. Il più grande archivio del male è confinato tra le mura del Vaticano. Da qui prende le mosse questo romanzo del 2011, il secondo di Donato Carrisi dopo il best-seller internazionale Il suggeritore, per avventurarsi su un terreno scivoloso, impervio per uno scrittore, ma sempre affascinante, affastellato da mille suggestioni e falsi miti: l’eterna lotta tra il bene e il male. Carrisi ambienta la sua storia in una Roma tenebrosa, gotica, ozpetekiana. Lo scenario ideale, forse indispensabile, per investigare su un ordine religioso clandestino che si muove nell’illegalità. Una ragazza scompare nel nulla. Un fotoreporter viene assassinato. Ad indagare sono una poliziotta milanese, Sandra Vega, e Marcus, un prete penitenziere dal passato indecifrabile a causa di un persistente vuoto di memoria. Le personalità asimmetriche dei due protagonisti sono il primo colpo in canna ben calibrato da Carrisi: se Marcus deve fare i conti con le proprie amnesie, Sandra è invece obbligata a ricordare la tragica fine del marito. I loro destini si incroceranno davanti al Martirio di san Matteo di Caravaggio – tutto il romanzo è intriso di citazioni bibliche, dipinti e luoghi sacri – in una delle scene più adrenaliniche e meglio descritte dall’autore. Le indagini sulla ragazza, e non solo quella, portano a Jeremiah Smith, un personaggio inquietante e dall’identità sconosciuta fino alle ultime pagine del racconto. Chi è Jeremiah? Come fa ad avvicinare le sue vittime? Il Tribunale delle anime è un romanzo sul senso del perdono, sul contagio inaspettato del male, sul confine invisibile tra la salvezza e la perdizione: il vero pericolo non è la tenebra ma quel luogo intermedio dove la luce diventa ingannevole, perché c’è sempre “un luogo in cui il mondo della luce incontra quello delle tenebre”. È soprattutto un romanzo sulla ricerca della fede. La fede è un dono nascosto, va cercato, dice Carrisi, che a pagina 441 si supera nella rappresentazione della folgorante scoperta di Sandra, ormai prossima alla quadratura del cerchio.
Angelo Cennamo
Mi è piaciuto moltissimo!!!
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