
Cerchi un thriller tosto, di quelli made in Usa, e ti ritrovi a leggere un autore che non avevi mai sentito prima – non per colpa sua – napoletano come te. Chissà quante volte io e Angelo Petrella ci saremo incrociati per strada, a Mergellina o al Vomero, magari allo stadio, ignorandoci a vicenda, prima di ritrovarci amici su Facebook non ricordo come e perché. La città perfetta è un romanzo voluminoso, cinquecento pagine, pubblicato da Petrella nel lontano 2008 – dov’ero quando è uscito? – che ho voluto leggere dopo essere rimasto impressionato da una serie di commenti e di recensioni spulciate qua e là su Ibs e vari social. E’ un thriller con una trama potente e ben strutturata. Un romanzo polifonico, dall’ambientazione metropolitana, personaggi tratteggiati con precisione, credibili, e con storie personali di grande impatto emotivo. Sanguetta è un sedicenne dei Quartieri Spagnoli. Un pusher. Nel carcere di Nisida finirà per diventare informatore dei servizi segreti. Chimicone è poco più grande di lui. Studia al liceo Classico Genovesi, scuola che occupa con altri suoi compagni di sinistra, con i quali fonderà una cellula terroristica. L’Americano è un poliziotto borderline della DIGOS, strafatto di cocaina, sulle tracce dell’assassino di un suo collega. Tre storie parallele che a un certo punto si intrecceranno in un mix esplosivo che coinvolgerà politici, camorristi, docenti senza scrupoli, squallide pedine di una Prima Repubblica ormai ai titoli di coda. La narrazione ricalca il linguaggio dei tre protagonisti, talvolta sgrammaticato, altre volte proceduralpoliziesco, con intermezzi – dispacci, intercettazioni telefoniche – che evocano la trilogia americana di Ellroy. Petrella sa scrivere e conosce ciò di cui scrive. E’ magnificamente calato nel contesto della sua città, della quale sa raccontare umori, colori, sentimenti. E’ ironico – dote necessaria a un autore noir per alleggerire i toni cupi, spezzare il mood e arricchire la narrazione. E riesce ad essere se stesso, quindi originale, pur strizzando l’occhio ai maestri d’oltreoceano. Romanzo perfetto.
Angelo Cennamo