IL CANONE ITALIANO

 

 

Durastanti

Il romanzo, nella forma che abbiamo conosciuto fino ad oggi, ha ancora un futuro? Da anni se ne discute senza mai arrivare ad una conclusione certa, inopinabile, che chiuda definitivamente il cerchio. Di romanzi recenti che hanno smentito le voci più crepuscolari e pessimiste sulla sopravvivenza della narrativa italiana e straniera, ne abbiamo letti a decine. Inutile stare qui ad elencarli. Il romanzo è ancora vivo e lotta insieme a noi. Andando oltre, una domanda che mi viene posta con una certa frequenza da amici e lettori è invece la seguente: “Qual è, secondo te, il più grande scrittore italiano vivente?”. Silenzio. Ci penso un attimo. Mi vengono in mente nomi diversi. Fosse ancora vivo Camilleri, risponderei che è lui il più grande di tutti. Ma Camilleri è morto, sicché devo ricominciare a pensare. Piperno? Busi? Elena Ferrante? Missiroli? Moresco? Mari? Dopo aver letto “La straniera” di Claudia Durastanti mi verrebbe da rispondere che è lei il più grande scrittore italiano vivente. Ma forse sarebbe un abbaglio. Sì, perché lo scrittore più grande lo individui non solo per il talento che esprime nei libri che pubblica, ma anche per la continuità del suo talento. Il grande scrittore si misura sulla distanza. Posto che in Italia non abbiamo, né avremo mai, autori come Philip Roth o Stephen King, che hanno sfornato decine di capolavori, ma un gruppo più o meno nutrito di bravi – alcuni bravissimi – romanzieri che si sono fermati a 4/5 buoni libri, alternandoli ad opere di basso pregio, sarebbe più interessante spostare il tiro su un altro tema: esiste o non esiste un canone italiano, una traccia, un’impronta che renda la nostra letteratura riconoscibile e diversa da tutte le altre? Io dico di sì. Esiste per esempio nel romanzo sociale o Noir che dir si voglia, nel cui filone ritroviamo gli umori e le suggestioni della provincia, le tradizioni, le radici di ogni territorio. Esiste nel cosiddetto mainstream, in opere recenti come la quadrilogia della Ferrante o nel compendio della borghesia pariolina – vita, stile, azione, slang – contenuto nei libri di Piperno. Esiste nei racconti di Luca Ricci, che mescolano e declinano nella modernità la tradizione di Moravia, Flaiano, Buzzati. Esiste nel melting pot di molte altre voci giovanili, indirettamente eredi di una certa narrativa Usa – Foster Wallace? – e di una storia a volte ingombrante ma filtrata attraverso i nuovi linguaggi del web.

Angelo Cennamo

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