
“Solo quando andiamo in frantumi sappiamo di cosa siamo fatti”
Lorenzo, 25 anni, lavora in un’agenzia di viaggi di Messina. L’infanzia l’ha trascorsa a La bella tavola, il ristorante dei suoi genitori “Accovacciato, seduto sulle piastrelle, quella era la prospettiva attraverso la quale guardavo il mondo intorno”. Una laurea stentata in biologia e un sogno: fare lo chef. E’ questo, grosso modo, il plot de L’attimo prima, romanzo d’esordio di Francesco Musolino, giornalista e critico letterario messinese, attento ai linguaggi giovanili e molto attivo sui social. La storia raccontata da Musolino è in parte ambientata nel ristorante di famiglia, tra gli odori e i sapori della buona cucina mediterranea, in parte nell’agenzia di viaggi dove attualmente si guadagna da vivere con un nodo in gola. Leandro e Sara, papà e mamma, da giovanissimi avevano varcato lo Stretto per realizzare il sogno della vita: cucinare. La bella tavola è un luogo felice, colorato, musicale, il perimetro di un amore grande, generoso, l’amore che lega Leandro a Sara, e che si riversa sui loro figli: Lorenzo ed Elena. E’ questa la dimensione nella quale Lorenzo vuole realizzarsi. Ma una domenica mattina di fine estate, di colpo, tutto cambia. Il tempo, la vita, il respiro, i sogni, le speranze: ogni cosa rallenta fino a fermarsi. In Giappone la chiamano Kintsugi: la tecnica di riparare con l’oro. Kintsugi è la parola che Elena, grande viaggiatrice, ripete a Lorenzo per aiutarlo a rialzarsi, a rimettersi in cammino. L’attimo prima è una fiaba moderna, un romanzo sui sogni interrotti, sul dolore, lo smarrimento, ma anche un inno alla vita, alla sua bellezza. Una storia tenera, raccontata con uno stile garbato e brioso. Leggendo il libro ho ritrovato le atmosfere di un paio di romanzi americani che ho molto amato, la stessa brillantezza, la stessa commozione: L’opera struggente di un formidabile genio di Dave Eggers e Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer. La scrittura di Musolino plana dall’alto e scorre luminosa, disegnando un mondo di sentimenti veri, intensi, struggenti. Musolino ha il talento della leggerezza, direbbe Calvino.
Angelo Cennamo