IL SEGRETO DI BALLERUP – Francesca Sbardellati

 

Il segreto di Ballerup - Francesca Sbardellati

 

Francesca Sbardellati è una giovane scrittrice romana che ho conosciuto attraverso il blog, navigando sui social. Era alle prese con il suo romanzo d’esordio e lo aveva trasformato in un caso editoriale prima ancora che venisse pubblicato.

Il segreto di Ballerup – questo il titolo del libro – racconta una storia densa di argomenti e di suggestioni, la storia di un’amicizia tra due ragazzine, che nel corso del racconto diventeranno adulte. Linda Toleman e Greta Olmens abitano in un palazzo nobiliare nel cuore di Copenaghen. Linda è la figlia del portiere, un tempo proprietario dello stabile. La madre di Greta è invece una nota scrittrice danese, donna tanto affascinante quanto scorbutica, innamorata esclusivamente del proprio successo. La differente condizione sociale, ma anche la diversa personalità delle giovani amiche è plasticamente rappresentata dalle loro abitazioni: Linda vive in un seminterrato poco illuminato, Greta in un attico milionario dal quale riesce a vedere perfino la Svezia, e a coltivare un’idea di bellezza che non ammette confini. Dal suo bassofondo, Linda impara a cogliere i dettagli della quotidianità, particolari apparentemente insignificanti che un giorno si riveleranno utili per la sua professione di psicologa. “Il gioco delle scarpe” è il passatempo preferito dalle due amiche: dalla finestrella del seminterrato, Linda e Greta osservano i piedi dei passanti e provano a ricostruirne il carattere, lo stile di vita. Ma gli anni passano in fretta e i sogni cambiano. Quello di Linda è diventare madre. E’ un sogno smodato, il suo. Un’ossessione feroce che la porterà sull’orlo dell’abisso.

Il tracciato seguito dalla Sbardellati è duplice: il racconto dell’amicizia è intervallato da una serie di colloqui che oggi Linda tiene con il suo medico all’interno di un reparto psichiatrico. Cosa le è accaduto? Questo attiene alla struttura. Sul piano temporale, invece, la vicenda è ambientata negli anni Duemila, nei giorni d’oggi; eppure tutta la narrazione ha un sapore antico: nel libro non ci sono espliciti riferimenti alla modernità, non troverete parole come smartphone, computer, file, social; c’è una musica di sottofondo, ma è una musica classica. Tutto è avvolto nella classicità: i luoghi, i sentimenti, i dialoghi tra i personaggi, perfino la prosa della Sbardellati: raffinata, elegante, sobria. Ma ciò che colpisce di più di questo romanzo, fuori da ogni schema-filone-canone italiano – una storia d’amore? Direi di no. Un Noir psicologico? Forse – è il gioco di specchi creato dall’autrice intorno alla storia, un continuo rincorrersi tra verità e finzione con ampi margini di interpretazione; uno spazio bianco nel quale il lettore è chiamato a decidere cosa è reale e cosa non lo è. Il segreto di Ballerup è un’acqua cheta che preannuncia burrasca. Ma non finisce qui, la storia continua.

Angelo Cennamo

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