
Will Middlebrook è un reduce del Vietnam, con una moglie mezza matta e un figlio morto. Una sera, Will si ritrova coinvolto in una rissa. Un uomo viene accoltellato e la colpa ricade su di lui. Inizia una fuga disperata, senza sosta, attraverso Stati e città, con una nuova identità e con pochi spiccioli in tasca. Nel futuro di Will c’è una sola certezza: Erica, la giovane consorte oggi ricoverata in un ospedale psichiatrico. L’infinito rincorrersi tra lui e lei è la parte migliore di questo romanzo cult di Joe Cottonwood, scrittore qui da noi sconosciuto e portato alla ribalta da Mattioli 1885 books. Leggendo Le famose patate non si può non pensare al road book di Kerouac, l’archetipo di questo genere di narrazione, al quale Cottonwood sembra voler rendere omaggio. Il viaggio di Will, tra autostop e treni in corsa, è un susseguirsi di incontri con un’umanità disperata e reietta come lui, che entra ed esce dalla storia alternandosi a vicende del passato e a numerosi imprevisti. Claire, la prostituta che seduce Will in un bar e lo trascina nella squallida stanza d’albergo dove vive, è il personaggio più vero di questo romanzo veloce, intenso, a tratti commovente. Cottonwood racconta un’America di scarti, sopravvissuti, uomini e donne che non hanno più niente da perdere; vite in gioco, vite distrutte, vite che la sfangano per il rotto della cuffia. Will è uno di loro. La sua corsa senza fine diventa così la metafora di una rincorsa più grande, l’anelito a una felicità perduta o ancora da afferrare: Erica, la sola possibile.
Angelo Cennamo