THE OUTSIDER – Stephen King

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Può un uomo accusato di omicidio trovarsi al momento dei fatti in due posti diversi? È intorno a questa curiosa bilocazione che si dipana la trama di The outsider, romanzo che Stephen King fa uscire nel 2018.
Ma andiamo con ordine. In una cittadina immaginaria dell’Oklahoma, Flint City, viene ritrovato il cadavere martoriato di un bambino. Tutti gli indizi convergono su un insospettabile, Terry Maitland, un professore di inglese e allenatore di una squadra di baseball di pulcini, marito e padre esemplare. Il suo arresto è spettacolare: l’uomo viene ammanettato allo stadio davanti a duemila persone tra le quali la moglie e le sue due figlie. Siamo alle prime battute del romanzo. I protagonisti sulla scena, oltre Terry, sono Ralph Anderson, il poliziotto che sottopone il coach alla frettolosa umiliazione dell’arresto, e il procuratore distrettuale Samuels. Terry, allibito di fronte all’invasione di campo della polizia, non smetterà di professarsi innocente: quel giorno si trovava in un’altra città, ad un convegno letterario insieme a dei colleghi, ripreso addirittura da una televisione locale. Ma come spiegare allora le impronte e le tracce del suo DNA sul luogo del delitto?
“Vi sarei grato se uno dei due mi spiegasse perché avete arrestato l’uomo che nel 2015 è stato eletto cittadino dell’anno di Flint City. È stato un errore, a cui magari possiamo porre rimedio insieme, o i vostri cervelli del cazzo sono andati in pappa?”.
A parlare è Howie Gold, l’avvocato difensore di Terry, tra i personaggi più riusciti del libro. King è ormai a proprio agio nei panni del romanziere thriller, genere che ha iniziato ad esplorare solo da qualche anno ma che gli ha già procurato dei buoni riscontri con la trilogia di Mr Mercedes. A pagina 175 però accade quello che non ti aspetti: la storia deraglia sul binario del Fantasy, sicuramente a King più congeniale; sì ma a quale prezzo? È una cesura che di fatto dà inizio ad un altro romanzo. Chi è Terry Maitland, un impostore o la vittima di una misteriosa concatenazione di eventi? Qui King allarga lo spettro della trama tirando nella storia altre figure che si riveleranno decisive nella seconda parte del racconto. Troppa carne al fuoco, urlerà qualche simpatizzante deluso da una possibile deriva metafisica. Stavolta il Re ha toppato. Prevedibile, diranno altri, dovendo l’autore giustificare la duplice collocazione del protagonista negli attimi in cui si consuma il delitto. Qual è la verità? Leggendo il libro ciascuno se ne farà un’opinione come è giusto che sia. Ad ogni modo, The outsider è un romanzo dagli standard piuttosto alti – eviterò di fare classifiche – per qualità della scrittura – la traduzione italiana è dell’ottimo Luca Briasco – spessore dei personaggi, soprattutto per la trama, mai scontata o noiosa. È un libro avvincente nel quale non mancano riferimenti all’attualità e al sociale – Trump, la gogna mediatica, la spregiudicatezza di certe operazioni di polizia… Una storia che King forse avrebbe potuto contenere anche in quattrocento pagine anziché cinquecentoventinove e concludere con meno disordine? Può darsi. Ma avercene di romanzi così.
Angelo Cennamo
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