
C’è un cadavere nelle acque del Mississippi, è Buck Ferris.
La prima cosa che ho fatto, iniziando a leggere “Cemetery road”, è stata andare a controllare se la cittadina di Bienville esiste per davvero o è un luogo immaginario, come Holt nei romanzi di Kent Haruf, Castle Rock in quelli di King o la Macondo di Garcia Marquez. Bienville esiste, ma non si trova nello Stato del Mississippi. E allora fingiamo pure che la Bienville della Lousiana sia qualche miglio più a Est; andiamo avanti. È qui, in questo piccolo centro sulle rive del Grande Fiume, che Greg Iles, scrittore americano ma di origini tedesche, ha ambientato la sua storia: lunga, ingarbugliatissima, densa di fatti – troppi – e di intrecci sorprendenti. Dicevamo di Buck Ferris. Tutto ha inizio con il suo probabile omicidio. Buck è un archeologo, e una sua scoperta rischia di far saltare un investimento miliardario che a Bienville potrebbe portare ricchezza e occupazione dopo anni di stagnazione. La voce narrante del romanzo è di Marshall McEwan, giornalista da premio Pulitzer che da Washington è costretto a tornare nella sua città per assistere il padre, Duncan, malato terminale e vecchia gloria del giornalismo locale. Marshall era molto legato a Buck, suo mentore, una specie di secondo padre che ha supplito alla figura del vero genitore dopo la tragedia di Adam, il fratello maggiore di Marshall, della cui morte, avvenuta per una stupida sfida tra ragazzi, Duncan ha considerato responsabile l’altro figlio. L’indagine avviata da Marshall si rivela subito complicata perché nell’omicidio dell’archeologo è coinvolto il Circolo del Poker, una sorta di loggia massonica che da decenni governa e decide le sorti della città. Figura chiave di questa conventicola di affaristi spregiudicati è Max Matheson, padre di Paul – amico fraterno di Marshall e marito di Jet, ex fidanzatina del giornalista e tuttora sua amante. L’altra donna è Nadine, anche lei innamorata di Marshall e anche lei avvocato. Della trama non dirò altro. Iles è abile nel costruire un mondo e popolarlo con i suoi personaggi, non tantissimi, a dire il vero, a dispetto delle mille tracce che si sviluppano nella storia. Tutto scorre e si perde nelle acque torbide del Mississippi, il protagonista silenzioso del libro. “Cemetery road” è uno straordinario romanzo popolare sulla provincia americana, definirlo un thriller è riduttivo. L’amore, il sesso, la vita e la morte, la paternità, il capitalismo con i suoi dilemmi etici, la corruzione, il passato che ritorna, l’umana imperfezione: la carne che Iles mette sul fuoco è tanta, forse troppa – i romanzi nel romanzo sono almeno tre – ma il risultato sfiora l’eccellenza. Il finale è aperto, non escludo un sequel. Leggetelo.
Angelo Cennamo