HO SPOSATO UN COMUNISTA – Philip Roth

Come si fa a recensire Philip Roth? Si deve proprio? Butto giù due righe su questo romanzo del 1998 – quanti bei libri sono usciti negli Stati Uniti nella seconda metà degli anni Novanta – parte della cosiddetta trilogia americana con “Pastorale americana” (1997) e “La macchia umana” (2000). Siamo negli anni Cinquanta. Ira Rington, in arte Iron Rinn, è un attore radiofonico. Le umili origini, poco studio e molta autodidattica, lo spingono ad abbracciare la “fede” marxista. Ira è un omone dalle mani grandi e callose, nel fisico – e non solo – ricorda il Martin Eden di Jack London. Sposa una donna più grande di lui, Eve Frame: ex diva del cinema muto, tre matrimoni alle spalle e una figlia adulta. La storia di Ira è raccontata da Murray, suo fratello, nonché ex insegnante di inglese di Nathan Zuckerman – “Ho sposato un comunista” figura tra i romanzi zuckermaniani di Roth. Nathan ritrova il suo amato prof. molti anni dopo i fatti accaduti. Di Rington, del suo carisma, della sua sconfinata cultura, lo “scrittore fantasma” conserva tanti ricordi. Nathan ne era affascinato. Il racconto di Murray, che nello schema narrativo di Roth serve a riprodurre quel gioco di specchi tipico di molte sue opere, è per l’autore di Carnowsky una specie di viaggio a ritroso nel tempo, un viaggio nella memoria. Il matrimonio tra l’idealista Ira e la ricca e snob Eve, la capitalista Eve, sembra improbabile fin dall’inizio. Eppure il loro amore regge oltre le contraddizioni nelle quali  inciampa il più giovane marito, e nonostante il logoramento alimentato dal difficile rapporto tra Eve e sua figlia. Ma quando Eve rivela ad un giornale che Ira è una spia dell’Unione Sovietica, la crisi matrimoniale ormai in atto assume una dimensione nazionale, diventa scandalo. È il principio della fine, non solo per Ira ma anche per suo fratello Murray. “Ho sposato un comunista” è un romanzo d’amore e di utopia, un meraviglioso affresco sul maccartismo – forse il più bel romanzo che sia stato scritto su quella stagione politica – e nel contempo una commedia umana dalle tinte forti. Una storia crudele fatta di promesse e ricatti, a volte cupa, a tratti noiosa, ma ricca di pagine indimenticabili: l’ultima è da incorniciare.

Angelo Cennamo

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