SORELLE – Daisy Johnson

Due parole su questo romanzo breve – 198 pagine – di Daisy Johnson, giovane autrice inglese, la più giovane scrittrice mai entrata nella rosa dei finalisti del Man Booker Prize – è accaduto nel 2019 con la sua opera prima intitolata “Nel profondo”.

A due anni di distanza, Daisy Johnson ci riprova con una storia dalle sfumature gotiche che al Guardian ha ricordato certe trame di Shirley Jackson e di Stephen King.

Senza per forza scomodare la Jackson e il suo figlioccio King, inarrivabili per chiunque, “Sorelle” – edito in Italia da Fazi con la traduzione di Stefano Tummolini – è indubbiamente un libro in cui non mancano sussulti e gesti tecnici apprezzabili, attraversato da una tensione costante che evoca o, se preferite, riproduce stili e atmosfere della narrativa appena citata. 

Le “Sorelle” di Daisy Johnson sono Luglio e Settembre, due adolescenti di Oxford, senza amici “bastiamo a noi stesse”, che vivono una strana simbiosi, un legame viscerale che verrà chiarito solo a trenta pagine dalla fine con un colpo di teatro che fa impennare l’asticella del romanzo, fino a quel momento poco sopra la sufficienza. Da Oxford, le due sorelle si trasferiscono con la madre – scrittrice depressa con un ex marito morto annegato nella piscina di un hotel – in una nuova casa, “spiaggiata lungo le North York Moors, appena fuori dal mare”. Le ragioni del trasferimento sono legate ad un antefatto che emergerà più o meno a metà libro. La casa sul mare, quella sì, possiede la magia dei luoghi kinghiani (“Duma Key” e altro), non solo ma è il corollario perfetto delle dinamiche familiari raccontate dalla Johnson: corpo nei corpi, incastro necessario tra passato e presente, rappresentazione materiale del dolore. Qui l’incontro tra le due sorelle e un ragazzo del posto farà improvvisamente deviare il corso della storia, ribaltando ogni convinzione e costringendo Luglio ad una imprevedibile catarsi. 

Angelo Cennamo

Standard

Lascia un commento