L’UOMO SENZA SONNO – Antonio Lanzetta

Esiste un tempo in cui le ombre del maligno si rincorrono in un gioco sottile e perverso di atrocità. Esistono luoghi diversi e uguali dove nascono storie che non puoi fare a meno di raccontare perché ogni uomo è uno scrigno di paure inconfessabili.  

A due anni da “Le colpe della notte” Antonio Lanzetta torna in libreria con un thriller inusuale e smarginato che coniuga l’horror e il gotico americano con il neorealismo italiano del Novecento. Nel villaggio globale del racconto il Cilento di Lanzetta non è diverso dal Kentucky di Offutt o dal Maine di Elizabeth Strout. 

“L’uomo senza sonno” è uno spettro di false convinzioni e di sospetti mai fugati in cui il reale e l’immaginifico si confondono. 

Bruno ha tredici anni e vive in un orfanotrofio, nel salernitano. Vorrebbe fuggire da quel luogo di soprusi e di continue violenze ma non saprebbe dove andare. L’arrivo dell’estate è una liberazione: lui e il suo amico Nino vengono presi a lavorare nella tenuta di una famiglia cilentana molto in vista: gli Aloia. È qui che la storia decolla in una spirale di misfatti che non sembrano avere una spiegazione plausibile. Vicino alla casa degli Aloia vengono ritrovati dei cadaveri in evidente stato di decomposizione. Cosa si nasconde dietro quella macabra scoperta? Lanzetta dice e non dice, semina sulla scena una serie di oggetti inquietanti: statue di legno, vecchie foto e un libro che è arrivato in casa Aloia da un passato lontanissimo. Distinguere il bene dal male è quasi impossibile: ogni personaggio rivela poco di sé, lasciando il lettore nel dubbio fino agli ultimi capitoli. Pia, Caterina, Gennaro, l’uomo col cappello – ricordate il Randall Flagg di Stephen king? – si muovono su un terreno minato dai ricordi e dalla sete di vendetta. Una furia misteriosa sta per abbattersi sul presente. Preparatevi al peggio. 

Angelo Cennamo

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