
Richard Nash è uno scrittore e drammaturgo americano, “Cry Macho” il suo romanzo di punta. In Italia è arrivato con cinquant’anni di ritardo, sulla scia del successo cinematografico riscosso dall’omonimo film interpretato dal Re Mida Clint Eastwood.
È una storia di frontiera, picaresca, un po’ western un po’ crime. Mike Milo ha avuto un passato glorioso nel circuito dei rodei, prima cioè che gli piombasse addosso “l’anno perduto”: un divorzio doloroso più altre disavventure, incidenti compresi. A soli trentotto anni, Mike può dirsi un uomo finito, con una bacheca piena di trofei inutili e un futuro tutto da inventare. L’incarico affidadatogli dal suo ex datore di lavoro di riportare il figlio dal Messico in Texas – missione che non ha nulla a che vedere con i buoni sentimenti – è per lui una specie di ultima spiaggia.
Dopo le prime cento pagine, la scena del romanzo cambia. Mike, che oltre domare i cavalli e farsi addomesticare dalle belle texane non ha particolari qualità né sembra brillare per intelligenza, si avventura con un furgone scassato in Messico alla ricerca del piccolo Rafo, questo il nome del ragazzino, che attualmente vive (così almeno gli è stato riferito) con la madre, donna piuttosto violenta e perversa. Tutta la seconda parte della storia è il viaggio di ritorno dei due protagonisti dal Messico al Texas. Oltre duecento pagine di fughe e di nuovi incontri, alcuni piacevoli altri meno, in cui il rapporto tra Mike e Rafo dall’iniziale diffidenza reciproca si ribalta in una surrogata ed imprevedibile paternità. Rafo è un ragazzino vispo, cresciuto praticamente da solo, per strada, un Oliver Twist texano, cocciuto ma molto religioso e generoso oltre ogni aspettativa. Mike è stato padre di una bambina morta prima che il suo matrimonio finisse. Insomma è una gara tra due disperati, il rapito e il rapitore. Nash è bravo a tenere alto il ritmo del racconto, la trama si dipana in molti rivoli, non tutti necessari e ben collegati, ma Mike e Rafo “funzionano”, non si dimenticano.
“Cry Macho” è un romanzo sulla perdita e sull’essere padre. Uscì negli Usa nel 1975; Winslow, Vlautin, Offutt, Lansdale non erano ancora approdati alla scrittura: chissà che non abbiano anche loro una copia di questo libro.
Angelo Cennamo