
Commissario Giuliano Casablanca, detto Ginko. Dalla Omicidi lo hanno imboscato all’Ufficio Passaporti…ma non per molto. Un africano tenta la fuga in Svizzera: muore folgorato sul tetto del treno. Afa, camicie sudate, puzza di piscio e di kebab tra i palazzoni della periferia milanese, il mondo di sotto, l’universo parallelo a quello della mondanità e dell’opulenza. Anche Ginko, come tutti i commissari e i vicequestori che lo hanno preceduto, ha il suo cast di poliziotti simpatici e sgangherati: l’obeso Panettone, il cineromano Zohng, lo sfaticato Minimo Sindacale.
Per un giallista la difficoltà più grande non è tanto saper scrivere, ma ritagliarsi uno spazio credibile, nuovo. In Italia ce n’è davvero poco. Paolo Maggioni lo ha trovato. Maggioni sa intrattenere, ha ritmo, diverte, fa pensare. La sua Milano marginale ricorda quella di “Torto marcio”, il romanzo della svolta di Alessandro Robecchi, lo scrittore che con Massimo Carlotto racconta il Nord Italia meglio di qualunque altro. Maggioni si muove in quel perimetro: un po’ Bisio un po’ Robecchi. Provaci ancora, Paolo.
Angelo Cennamo