LA FORTUNA – Valeria Parrella

Pompei, 79 d.C.. Lucio ha solo diciassette anni quando dalla flotta di Plinio il Vecchio assiste al “prodigio” che fa tremare la terra e apparire per la prima volta il Vesuvio come un vulcano infuocato governato da una forza brutale, spietata, che in poche ore cancella ogni traccia della città e della sua infanzia. “Non era una tromba d’aria, non era un incendio”. 

Due anni dopo “Quel tipo di donna”, Valeria Parrella torna in libreria con un nuovo romanzo, breve come i precedenti ma completamente diverso per genere, trama, stile, personaggi. Ne “La Fortuna” – edito da Feltrinelli – le donne della Napoli contemporanea, per una volta, lasciano spazio ad un giovane uomo vissuto duemila anni fa, testimone, suo malgrado, di un evento destinato a segnare il tempo e la storia del mondo. 

Lucio è il figlio unico di una famiglia pompeiana benestante; vede da un solo occhio, ma “Un limite è un limite solo se uno lo sente come un limite, sennò non è niente”. Dalla villa di Plinio arrivano le prime immagini di quell’esplosione indecifrabile. Nello stesso tragico frangente Lucio realizza il suo sogno: gli viene affidato il comando di una nave. Dirigersi verso la costa penetrando la pioggia di fuoco e cenere che oscura tutto il golfo di Napoli è un’operazione rischiosa, ma “Ci sono solo due modi di vivere: uno è avere sempre paura”. Quando il nocchiere de “La Fortuna” – questo è il nome della nave – grida di tornare indietro, Lucio capisce che l’unico modo per superare la paura è attraversarla. La navigazione breve e disperata tra le onde nere come la morte è un viaggio a ritroso nei ricordi: i giochi, le recite, le voci dei bottegai, la scoperta del sesso al lupanare, gli studi a Roma con Quintiliano, l’incontro con Plinio. 

“La Fortuna” è un romanzo sul senso del coraggio, l’accettazione e il superamento delle proprie fragilità; ma anche un libro sull’importanza della memoria, una memoria doppia, quella storica-collettiva che ci riguarda tutti, quella familiare dell’autrice che nei luoghi del racconto ha ritrovato una parte di sé. Tra ricostruzione storica e fiction, Valeria Parrella ci regala un racconto denso di emozioni, epico, scritto in una lingua per lei nuova ma perfettamente aderente alle vicende narrate e alla voce del giovane protagonista.  

Angelo Cennamo

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