Hernan Diaz, scrittore argentino ma newyorchese di adozione, nel 2018 si è imposto all’attenzione del grande pubblico – americano e non solo – con un romanzo odisseico intitolato “Il falco”, finalista al Pulitzer e al Pen/Faulkner.
Con “Trust”, in uscita in questi giorni con Feltrinelli e con la traduzione di Ada Arduini, Diaz ci conduce nel mondo di Wall Street al tempo del tragico trapasso.

I protagonisti di questa storia, molto sfaccettata e con un’architettura narrativa davvero ingegnosa, sono i coniugi Andrew e Mildred Bevel. Andrew è un ricco uomo d’affari sopravvissuto miracolosamente al crollo della borsa. Sua moglie ci viene descritta come una donna erudita, cresciuta in Europa, dai nervi fragili, dedita alla filantropia. Ma fate attenzione: della storia di Andrew e Mildred non esiste una sola versione, ce ne sono quattro, fintamente scritte da mani diverse, con toni e registri differenti gli uni dagli altri.
Difficile individuare l’inizio di tutto (una data, una stagione), perché l’andirivieni temporale al quale ci sottopone Diaz è uno dei tratti di quella geniale architettura che ho citato prima. Sarebbe più corretto allora andare a ritroso, partire dal tempo più recente, dagli anni Cinquanta dello scorso secolo per poi risalire ai prodromi, ai primi avi della gloriosa casta dei Bevel. Per cancellare l’infamia, rimediare alla “immondizia piena di calunnie”, alla “diffamazione dettata da opportunismo”, al discredito procuratogli dal libro di Harold Vanner “Fortune”, Mr. Bevel, prima prova a fornire ai lettori una propria versione dei fatti, depurandoli da ogni mistificazione o menzogna, poi incarica una sua dipendente di origini italiane, Ida Partenza, di riscrivere il libro di Vanner affiancandola nella difficile stesura del testo. Ma è solo a seguito della morte di Bevel che torna alla luce il diario segreto di Mildred, l’ultimo pezzo, la parte mancante, la più credibile dell’intera narrazione. Chi è stato veramente Andrew Bevel, uno spregiudicato arrampicatore sociale o un finanziere di talento? Quattro opzioni per questo prisma letterario di in cui è la struttura ancor prima delle trame a sorprenderci e a guidarci nei labirinti di ogni singola storia.
Angelo Cennamo