
Danny Ryan è un uomo in fuga, inseguito dalla mafia italiana dei Moretti e dall’Fbi. La guerra era iniziata per una donna, Pam “Quarant’anni di amicizia distrutti in una notte”. Non sembrava un danno irreparabile ma ora Danny deve levare le tende da Providence e mettere più distanza possibile tra lui, i Moretti, la polizia cittadina, quella statale e i federali. La moglie Terri è morta di cancro poche ore prima, e sul sedile posteriore dell’auto ha il suo bambino di diciotto mesi. Non era mai uscito dal Midwest eppure aveva sempre desiderato attraversare il paese, andare a ovest “dreaming California”. Aveva desiderato farlo, sì, ma da turista, di giorno, non di notte, scappando “come un animale” e dormendo in motel di fortuna. Però se la gode lo stesso; scoprire posti nuovi gli piace “il fottuto sogno americano”.
“Città di sogni”, pubblicato il 18 aprile sia negli Stati Uniti che in Europa, è il secondo capitolo di una trilogia già tutta scritta che Don Winslow sta mandando in libreria dallo scorso anno per chiudere in bellezza (a quanto pare) una carriera formidabile fatta di oltre venti bestseller e riconoscimenti vari: “Citta in fiamme” (2022), “Città di sogni” (2023), “Città in rovina” (2024).
Il primo dei tre volumi è ispirato all’Iliade, gli altri due all’Eneide. Un lavoro enorme che ha tenuto impegnato l’autore per circa trent’anni, tra dubbi e riprese, facendogli studiare il latino in un liceo e frequentare corsi universitari online su Omero e Virgilio.
Danny scappa insieme a quel che resta della sua famiglia e dei fedelissimi. Nella trasposizione crime Danny è Enea; il padre Martin (oggi vecchio, quasi sempre ubriaco e mezzo cieco per la cataratta, ma un tempo uomini adulti si pisciavano addosso solo a sentire il suo nome) Anchise; il piccolo Ian, suo figlio, Ascanio. Con loro, Ned Egan, la guardia del corpo di Martin “ha ucciso più gente lui che il colesterolo” e i Chierichetti Kevin Coombs e Sean South (Eurialo e Niso). Il futuro di Mr. Ryan è pieno di nubi ma qualcuno ora gli sta offrendo un piano B. Niente di pulito, sia chiaro, diciamo una buona exit strategy, forse l’unica. I Moretti hanno vinto la guerra ma sono rimasti a secco. Per Peter, il boss, non è un buon momento “Mia figlia è pazza. Mia moglie mi odia. Sono quasi al verde. I miei uomini stanno per ammutinarsi”. E c’è dell’altro che lui ancora non sa.
Sulla linea di confine, come un puparo occulto, ritroviamo Pasco Ferri, uno dei personaggi più azzeccati della serie. Danny approda a Los Angeles, la sua Cartagine. Ha svoltato, così pare. Dalla storia della guerra sarà tratto un film e la protagonista, Diane Carson /Didone, diventerà l’amante di Danny. Tutto fila liscio, ma la storia non finisce qui. Leggere Don Winslow è come farsi un’iniezione di adrenalina: velocità, cambi di prospettiva, battute, dialoghi ben calibrati, autenticità, struttura, luoghi. Ho citato l’Iliade e l’Eneide ma in una delle trame parallele ritroviamo perfino l’Orestea di Eschilo e diversi omaggi a Kerouac ed Ellroy.
Angelo Cennamo