
La scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta esattamente quarant’anni fa, è una vicenda ancora tutta da chiarire, “il nostro caso Kennedy” dice Alessio Macchia a Warren Hamilton. Hamilton è Papa Pietro Secondo, Macchia il suo uomo fidato. Siamo nel bel mezzo di “Vatican Tabloid”, il nuovo romanzo di Pietro Caliceti, secondo capitolo di una trilogia iniziata tre anni fa con “L’opzione di Dio”, editi entrambi da Baldini+Castoldi.
“L’America non è mai stata innocente”, recita l’incipit di un altro “Tabloid” al quale il libro di Caliceti sembra strizzare l’occhio “Questa cosa della Teologia della Liberazione per la Chiesa è mooolto pericolosa” e in questa “o” strascicata sembra proprio di vederlo, il re del Crime. Ma al di là delle assonanze con il capolavoro di James Ellroy, nel Tabloid italiano si parla d’altro, per quanto l’America un ruolo da protagonista ce l’abbia eccome: l’America c’entra sempre. Vale la pena addentrarsi in queste cinquecento e passa pagine fittissime di fatti veri e non veri, di personaggi reali e di altri inventati, senza aver letto il primo episodio della trilogia? Direi che è possibile, ma non ve lo consiglio: nel caso, prendete tutti e due i libri e cominciate da “L’opzione di Dio”. Ma vediamo ora a che punto siamo con la storia.
Pietro Secondo, eletto grazie al sostegno dei musulmani dell’Isis e dei loro soldi nascosti nello IOR, ha indetto un Anno Santo speciale, l’Anno Santo della Resurrezione. Della Chiesa più che di Cristo. Tra l’idea del Giubileo e il suo compimento c’è il romanzo. Prima di tutto il presente narrativo, con una lettera anonima spedita non si sa da chi al Papa, che mette in all’erta i servizi segreti, l'”Entità”, e che dà il via anche a una seconda indagine, parallela a quella ufficiale. Poco dopo, la scoperta nell’ambasciata vaticana a Roma di resti umani riaccende il caso Orlandi. Ed è qui che il racconto si sdoppia tra l’attualità del futuro e un passato già scritto. Seguendo lo schema ellroyano, Caliceti ricostruisce in chiave crime cinquant’anni di storia italiana, da Moro a Wojtyla, dalla banda della Magliana all’omicidio Pecorelli (il direttore di OP che infastidiva i vertici della Dc e per la cui morte finì sotto precesso Giulio Andreotti), da Calvi a Sindona, da Renatino De Pedis a Marcinkus, da Carminati alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo.
Hamilton è un progressista, intende seguire la via dell’apertura, la stessa del suo predecessore e prima di lui di Bergoglio: andare verso “le periferie esistenziali” oltre quelle geografiche. Ma è assalito da un dubbio: troppa umana comprensione non finirà per danneggiare la Chiesa tanto da renderla invisibile e inefficace? È una delle questioni più interessanti affrontate da Caliceti, che di tanto in tanto si spinge fuori dai confini della narrativa.
“Vatican Tabloid” è il Grande Romanzo Crime Italiano, un’opera work in progress che ha un solo precedente: la trilogia del male di Roberto Costantini, con la quale questa forma un dittico imprescindibile per tutti gli amanti del new journalism alla Capote o dell’epica noir di Don Winslow. Caliceti tiene insieme il vero e il falso evitando giudizi morali, moniti o proclami. Il romanzo è veloce, ben costruito sui diversi piani temporali e accorpato in paragrafi brevi che ne agevolano la lettura. To be continued.
Angelo Cennamo