
Di Bentley Little, scrittore sessantenne dell’Arizona, si sa poco; Little ha un’indole solitaria, non ama i circuiti letterari né i social, e l’isolamento che si è autoinflitto da quando ha iniziato a scrivere contribuisce ad alimentare intorno alla sua figura una specie di aura leggendaria (Salinger e Pynchon docent). The Consultant, pubblicato negli Usa nel 2022 e arrivato in Italia quest’anno con l’editore Vallecchi e la traduzione di Ariase Barretta, è il suo ultimo romanzo. Tutta la vicenda è ambientata all’interno di una società californiana di software. La CompWare – questo il nome della società – naviga in cattive acque, e la mancata fusione con un’altra azienda, fallita per un soffio, ha finito per acuirne la crisi in modo irreversibile. Austin Matthews, l’amminisrratore delegato, gioca la sua ultima carta ingaggiando uno staff di consulenti affinché gli analizzino le ragioni della crisi e gli diano dei suggerimenti per rimediare al dissesto e invertire la rotta. Si chiama BFG, nessuno sa cosa significhi l’acronimo, ma le credenziali di questa società di consulenza sono le migliori possibili. Regus Patoff è il volto della BFG. La mente. La voce. Insomma la BFG è Regus Patoff e nessun altro. Patoff è uno dei due protagonisti del romanzo, un horror aziendale che nelle sue trecentottantasette pagine, fittissime, racchiude l’eterna lotta tra il bene e il male. Il bene è Craig Horne, dirigente della CompWare. Craig è sposato con Angie e ha un figlio di nome Dylan, un bambino sensibile alla lettura e così innamorato del padre che non vorrebbe mai separarsene. La storia della CompWare viene raccontata parallelamente a quella della famiglia di Craig, normalissima, piuttosto unita. Le due trame sono indissolubilmente legate fra loro non solo per le ripercussioni nel privato della crisi societaria ma perché la BFG a un certo punto della storia arriverà ad occuparsi anche del Pronto Soccorso dove lavora Angie. Regus Patoff ci viene descritto come un uomo alto, magro, dallo sguardo gelido. La sua natura è compressa da Little in una dimensione umana che sembra avere diverse eccezioni. La CompWare cambia forma e struttura come La Casa di Foglie di Mark Danielewski. Patoff manda centinaia di mail in poche ore, compare misteriosamente nel salotto di Craig e di Matthews senza preavviso. Apprende con cinica soddisfazione delle numerose morti sospette all’interno dell’azienda, al punto da far ritenere che dietro quelle sparizioni ci sia proprio lui. Patoff è un mostro: sottopone i dipendenti della CompWare a continui colloqui videoregistrati e preceduti da preghiere. Spia il personale anche nell’intimità e lo costringe a seguire standard estetici e alimentari. Insomma, da controllore la BFG si trasforma in una specie di cancro che divora tutto (anche la dignità), dal quale la controllata non riesce più a liberarsi. Quanto durerà quel regime orwelliano? Sono lecite le restrizioni e le umiliazioni che Patoff impone agli impiegati della CompWare? Se lo chiedono tutti. Eppure qualunque soglia di tollerabilità venga superata né Matthews né Craig riescono a porre fine a quella assurda sudditanza.
The Consultant è una straordinaria parabola sulla violazione della privacy e sulla manipolazione. Little, non a caso laureato in comunicazione, ci mette in guardia dal potere della politica, della pubblicità, e dei social. Nel romanzo non mancano spunti di macabro umorismo. Tutto corre sul filo del paradosso, della rassegnazione e del mistero, alla maniera di certe trame di Stephen King, scrittore dal quale Little sembra aver preso molto. Che ne sarà di Craig Horne e di Regus Patoff? Buona lettura.
Angelo Cennamo