SPAVENTO – Domenico Starnone

 

STARNONE

Se sotto le mentite spoglie di Elena Ferrante si nasconda o meno Domenico Starnone – giornalista napoletano, autore di numerosi racconti e di romanzi, alcuni dei quali ambientati nel mondo della scuola –  non spetta a me dirlo. Francamente non lo so, e se dovessi giudicare da quello che ho letto finora di entrambi, mi verrebbe da dire di no: Elena Ferrante non è Domenico Starnone. Almeno, non credo che lo sia: dove lo troverebbe il tempo Starnone di scrivere – di scrivere così bene –  e di pubblicare per sé e per il suo alter ego? No, non può essere. Un paio di cose in comune però questi due autori ce l’hanno: innanzitutto le origini napoletane, e poi uno stile narrativo elegante, ricercato, attento alla forma e alla musicalità delle parole. Starnone è uno scrittore colto, impegnativo, per quanto la sua prosa risulti piacevolmente scorrevole. Nel 2009 per Einaudi pubblica Spavento, un romanzo ostico che affronta temi scabrosi e forse poco allettanti per un pubblico giovanile. Pietro Tosca è un uomo anziano che non vuole in nessun modo consegnarsi alla malattia e alle cure. Fa di tutto per sfuggire alle pressioni della moglie Silvia che vuole costringerlo a fare degli esami clinici dopo aver sognato la sua morte. Pietro non crede ai sogni premonitori, ma è un ipocondriaco, si convince di avere un brutto male, lo avverte dalla “sindrome del corpo sfiduciato“. Preferisce però non sapere, non approfondire, e affidarsi al destino. E’ un bravo sceneggiatore, ma troppo vecchio da incrociare i nuovi gusti del pubblico. Gli affiancano allora una collega, giovane, disinibita e molto ambiziosa. Pietro si illude che quella benevolenza mista di ammirazione possa nascondere qualcos’altro. La malattia intanto avanza, non gli dà tregua, e quella strana idea di piacere alla ragazza piano piano svanisce “nessuna persona giovane e sana può desiderare veramente una pelle invecchiata , carni vuote, muscoli flaccidi, bocca guasta “, il corpo usurato di un settantenne. Ma lo spavento di Pietro è anche quello dell’autore che sta scrivendo la sua storia . Il racconto si trasforma così in un gioco di specchi nel quale le vicende dello  scrittore e quelle del personaggio inventato si intrecciano e si modificano a vicenda. Lo scrittore si ammala per davvero. Nel letto di ospedale continua a scrivere la storia di Pietro, che prende le sembianze della sua vita reale, dell’ambiente che lo circonda. Accanto a lui, un vecchio ingegnere moribondo diventa la sponda obbligata dei suoi deliri e la fonte inconsapevole di quella strana ispirazione. Nel suo vicino di letto lo scrittore ritrova Pietro Tosca, il protagonista del racconto che sta scrivendo. Verità e finzione allora si alternano per dare sostanza a un romanzo sinuoso, ironico, ben scritto, ma di non facile fruizione. La trama infatti finisce troppe volte per avvitarsi su se stessa, trascinando il lettore in un’ atmosfera un po’ cupa e a tratti noiosa. Starnone ha scritto di meglio.

Angelo Cennamo

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2 risposte a "SPAVENTO – Domenico Starnone"

  1. Avatar di Elisa Toscano Elisa Toscano ha detto:

    Anche se il libro appare cupo e angosciante, il ruolo della Letteratura si impone: contribuire a superare le paure. Nessun tabù. Nessuna rimozione. Anche questa è libertà.

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