
Non capita spesso di imbattersi in giovani autori innovativi che non si accontentano di assecondare i lettori con storie preconfezionate, facili, sciatte, impostate secondo i canoni di questa o di quella scuola di scrittura. Lisa Halliday ha la freschezza, il coraggio, diciamo pure l’incoscienza degli sperimentalisti di alto rango (“status authors”) che anche America sono diventati merce rara. Era dai tempi di Lincoln nel bardo di George Saunders che non mi capitava di leggere un libro cosi originale, per stile e struttura – il termine più appropriato sarebbe “strano” – come Asimmetria, romanzo di esordio di Lisa Halliday – in Italia edito da Feltrinelli.
Halliday racconta due storie, indipendenti l’una dall’altra, con un finale a sorpresa che ci riporta alla prima trama. Alice è una giovane impiegata di una casa editrice che per caso, su una panchina di Central park, conosce Ezra Blazer, celebre scrittore ebreo plurivincitore del premio Pulitzer. Ezra è un uomo anziano ma seducente – ci piace pensare che dietro questo personaggio colto, divertente, stravagante si nasconda Philip Roth, i tratti sono quelli. Tra i due nasce un amore fatto di piccole attenzioni, premure, conversazioni talvolta banali. La storia di Alice ed Ezra scorre leggera, briosa. Non accade nulla, ma Halliday quel vuoto lo racconta benissimo; fissa ogni attimo della quotidianità anche quello più insignificante: le partite di baseball viste alla tv, gli acciacchi e le visite mediche di Ezra, loro due a letto e fuori dal letto, e lo trasforma in una narrazione gustosa e instancabile. Dilata lo spazio e ci conduce dentro il lettore, rendendolo partecipe di quell’apparente monotonia di affetti e malinconie.
Ho letto questo libro nei giorni di una commemorazione di David Foster Wallace e non ho potuto fare a meno di pensare a lui, alla schizofrenia e al massimalismo debordante di alcuni suoi scritti come La ragazza dai capelli strani o Mister Squishy – l’intera pagina 128 è una specie di bugiardino farmaceutico.
La seconda trama del romanzo, forse meno potente della prima, vede come protagonista Amar, un giovane economista americano di origini irachene che va a trovare il fratello in Irak ma viene trattenuto un intero week end in aeroporto. La sosta forzata diventa per il giovane lo spunto per ripensare alla propria vita e riflettere a voce alta sulla situazione politica degli Usa e del Medio Oriente.
Gioventù e vecchiaia, Occidente e Oriente, pubblico e privato: le asimmetrie di Lisa Halliday si declinano in uno sperimentalismo linguistico che sfugge a qualunque classificazione. Cos’altro aggiungere: Asimmetria è un libro imperdibile, con pochi precedenti, destinato a diventare una pietra miliare della letteratura dei nostri tempi.
Angelo Cennamo