COSE PREZIOSE – Stephen King

cose preziose - King

Quanto avranno contribuito scrittori come Elizabeth Strout e Stephen King a far conoscere nel mondo il Maine, quel quadratino in alto a destra guardando la mappa degli Stati Uniti, celebre anche per un festival delle aragoste che David Foster Wallace ha raccontato magnificamente in uno dei suoi saggi più esilaranti? Il Maine è pressappoco l’equivalente del nostro Molise, una terra silenziosa, sonnolenta, lontana dal frastuono delle metropoli e dall’immagine patinata di Hollywood, l’eccezione alla regola di un Paese che vive di altro e che viene raccontato per altro.

A Castle Rock, la cittadina immaginaria che King ha scelto per ambientare la sua storia, apre un negozio di oggetti rari, curiosità per collezionisti, si chiama “Cose preziose”. Il proprietario è una figura misteriosa, sfuggente, molto carismatica, un uomo anziano, alto, dagli occhi cangianti e dalla voce ammaliante. Chi è Leland Gaunt? Da dove viene? In città non si parla d’altro, del suo strano modo di mercanteggiare, del magnetismo col quale circuisce la clientela, con effetti devastanti. Un solo uomo non è ancora caduto nelle sue grinfie, è Alan, lo sceriffo di Castel Rock, uomo tormentato dai fantasmi del passato e che nell’affetto di Polly, altro personaggio dal vissuto doloroso, riesce a trovare rari momenti di serenità. Alan rappresenterà nella seconda parte del romanzo l’incarnazione del bene, il rivale simbolico di quel commerciante stravagante, venuto dal nulla a seminare zizzania.

Cose preziose è un romanzo del 1991, i fan di King lo giudicano uno dei suoi libri migliori con It, Il miglio verde, Shining, 22.11.1963, Stagioni diverse, Misery. Da appassionato “a distanza” del grande maestro del brivido non posso che confermare l’attendibilità della vox populi. King sarà anche un autore eccessivamente prolifico, ma possiede l’indubbia capacità di imbastire trame prodigiose, di ampio respiro. Sa scavare nel marcio della società e raccontare le nostre paure, le più intime, attraverso un uso esemplare dell’allegoria, della metafora, e una scrittura moderna, pop, millimetrica, ritmata ed autorevole. King meriterebbe il Nobel.

Angelo Cennamo

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