FEDELTA’ – Marco Missiroli

 

FEDELTA' - Marco Missiroli

Dopo aver letto un’infinità di commenti, analisi, su web e carta stampata, ho deciso di aprire un varco tra i romanzi americani incolonnati a mo’ di torre Eiffel sul mio comodino per inserirci  Fedeltà di Marco Missiroli, tornato in libreria dopo quattro anni con un libro attesissimo, chiacchieratissimo, pubblicato dal nuovo editore Einaudi. Subito dopo la sua uscita, ero rimasto colpito da una accorata recensione di Luca Briasco, anche lui – molto più di me – affaccendato con i Lansdale, Stephen King e Foster Wallace, che di questo libro – italianissimo – ne aveva decantato contenuti e stile, ma anche da alcune voci di dissenso rispetto al clamore dei più numerosi supporter, come quella di Marco Ciriello de Il Messaggero. E’ un romanzo che divide, mi sono detto. Non è il primo, non sarà l’ultimo. Ad ogni modo, avevo messo in conto di leggerlo perché Missiroli mi piace. Mi piace quello che dice, come lo dice soprattutto. Mi piacciono i suoi mondi, le inquadrature. Quelle di Libero Marsell di Atti osceni in luogo privato, che dallo spiraglio di una porta assiste incredulo all’adulterio della madre, e del piccolo Pietro di Senza coda turbato dai pizzini che un boss mafioso invia a suo padre, mi sono rimaste dentro. In Fedeltà di scene suggestive ce ne sono diverse, a cominciare dall’incipit, dallo scatto di Carlo Pentecoste verso la finestra. Carlo riconosce Margherita, sua moglie, seduta sul muricciolo, col cappotto amaranto, mentre legge un libro di Némirovsky – come nei romanzi precedenti anche in questo non mancano riferimenti letterari – “teneva una gamba accavallata e con la mano libera vegliava lo zaino”. “Vegliava lo zaino”, preparatevi a una lezione di lingua italiana. “Tua moglie mi ha seguita” dice Sofia, la giovane allieva al suo professore, nelle prime righe. Carlo e Margherita sono una coppia milanese come ce ne sono tante. Lui sognava di fare lo scrittore ma si guadagna da vivere con l’insegnamento, lei è un’agente immobiliare, ma le sarebbe piaciuto avere uno studio di architetto. Il loro matrimonio è minato dall’attrazione di Carlo per Sofia, e dalla infatuazione di Margherita per Andrea, il suo fisioterapista, bellissimo e bisessuale. Un doppio binario incandescente che anche nella struttura procede per passaggi repentini,  cambi di “inquadrature”. E’ un terreno scivoloso quello scelto da Missiroli, troppo facile inciampare nel già visto, cadere nei cliché. In un altro romanzo che pure ho amato molto – Gli autunnali di Luca Ricci – un marito, scrittore anche lui o aspirante tale, avverte il peso di un amore ormai logoro, di un matrimonio che sta per spegnersi. La storia di Fedeltà sembra complementare rispetto all’altra. Missiroli alza l’asticella della noia spingendo la sua coppia sull’orlo dell’abisso. E’ un crinale pericoloso, un gioco di malintesi, equivoci, desideri più o meno repressi. I due non precipitano, ma il rapporto ne risentirà. Fedeltà non è tanto un romanzo sul tradimento, quanto sulla difficoltà di resistere alle tentazioni “Siamo sicuri che resistere a una tentazione significhi essere fedeli?”. La storia di Carlo e Margherita – ma anche di Andrea, Sofia, la suocera di Carlo – si muove su due diversi piani temporali ed è ambientata tra la Romagna e Milano, una Milano dai colori pastello che ci ricorda i luoghi dove si consuma la straziante solitudine dell’architetto Dorigo di Un amore di Buzzati, ma anche la città di Morte di un uomo felice di Giorgio Fontana o di certe canzoni di Gaber e Jannacci. Il konw-how letterario di Missiroli è stratificato, Missiroli si porta dietro la parte più vivace e spendibile del Novecento – la lingua usata in questo libro è sublime, ricercata, al tempo stesso leggera, calda, briosa – e sa coniugare la tradizione con la modernità, mai scontata, rinnovandola, alimentandola di nuove strutture e di visioni ad ampio raggio. Ho divorato questo romanzo in ventiquattro ore, dopo aver letto Addio fantasmi di Nadia Terranova. Entrambi i libri sono candidati al premio Strega, entrambi meritano di vincerlo.

Angelo Cennamo

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Una risposta a "FEDELTA’ – Marco Missiroli"

  1. Quando un libro è così discusso non riesco mai ad approcciarmi nell’immediato alla lettura. Con Fedeltà credo che aspetterò l’edizione tascabile e, magari, nel frattempo, leggerò “Atti osceni in luogo privato” che mi aspetta da tempo in libreria. Invece, ho amato tantissimo “Addio fantasmi” e non ti nascondo che farò il tifo proprioper Nadia Terranova.

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