MOTEL LIFE – Willy Vlautin

Willy Vlautin fa lo scrittore e anche il musicista – già leader dei Richmond Fontaine, ora membro dei Delines. “Motel Life”, uscito negli Stati Uniti nel 2006, è il suo romanzo d’esordio. Buona parte del libro Vlautin l’ha scritta a Portland, Oregon, ma la storia è ambientata nella sua Reno, una piccola località del Nevada conosciuta soprattutto per i casinò. A quel tempo in città c’erano più di centoventi motel ma con la costruzione delle strutture che combinavano sale da gioco e albergo, i motel uscirono di fatto dai circuiti turistici per iniziare ad ospitare soprattutto vagabondi, tossici, ex detenuti. È questo lo scenario dove si muovono i protagonisti del romanzo: Frank e Jerry Lee sono due fratelli minorenni abbandonati a sé stessi, la madre è morta di cancro, il padre è scappato chissà dove. Un misero fondo pensione, quattro soldi lasciati in una scatola e un nonno nel Montana, troppo povero per occuparsi di loro. I due fratelli si barcamenano tra studio e lavori stagionali; Frank è un raccontastorie nato, Jerry Lee, che ha una gamba “sfigata” per via di un incidente ferroviario, ama invece disegnare. La storia inizia con un evento tragico: Jerry Lee investe un ragazzino e lo uccide. È notte fonda, nevica, forse non lo ha visto nessuno. La morte di quello sconosciuto fa sprofondare il fratello di Frank – voce narrante del romanzo – in un angosciante stato di prostrazione. Frank gli è vicino, lo rincuora, lo accudisce. Frank ama suo fratello, ma fin dalle prime battute il destino dei Flannigan sembra segnato per sempre: in uno dei passaggi più emozionanti del libro il vecchio e paterno Earl, un rivenditore di auto usate, il vincitore morale del romanzo e forse il personaggio che Vlautin ha disegnato meglio degli altri, suggerisce a Frank di inventarsi un posto dove andare. Quando hai il morale a pezzi, dice Earl, immagina di rifugiarti in un posto che nessuno può portarti via. L’affetto di Earl per Frank commuove e sposta l’asse della narrazione sul rapporto padre-figlio. Ma se i Flannigan sono impantanati nell’infelicità, Annie, la ragazza di Frank, riesce a trovare la forza di liberarsi dalla malasorte e da una madre che la sfrutta sessualmente. Annie non è come gli altri, lei ce la farà. “Motel Life” è una storia meravigliosamente triste, raccontata con poche parole, precise, potenti. Un road book che non si dimentica. La scrittura piana e senza fronzoli di Willy Vlautin ricorda quella di Nickolas Butler, Kent Haruf, Chris Offutt… insomma, l’America che ci piace di più.

Angelo Cennamo

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