
Questa storia ha inizio nel condominio di una città senza nome. Sono cinque i piani che separano Mirella, la figlia del portiere dello stabile, da Paolo, giovane ingegnere di successo: la plastica distanza tra la povertà e il denaro, basso alto. Il sogno di Mirella di affrancarsi da un’adolescenza di stenti passa attraverso quei cinque piani, e ora che lei e Paolo sono sposati, tutto sembra girare per il verso giusto. Cosa ti manca, Mirella? Hai un marito premuroso, due figli esemplari, una vita da sogno. Eppure. Dietro quella perfezione che non ammette limiti, oltre la patina di una felicità quasi spudorata, fatta di vacanze di lusso, abiti griffati e di mondanità, cresce la frustrazione per non aver mai deciso nulla: Mirella non ha scelto, altri lo hanno fatto per lei. E allora basta poco per inciampare nell’imprevedibile, per deragliare dallo schema di un’esistenza programmata fino all’estremo. Non si sceglie di essere felici: lo si è e basta.
La fuga dalla routine ha il volto di Alessio Carli. In quel “turchino spazio amabile” Mirella si dà una nuova identità. E nella finzione diventa vera per la prima volta. Mirella vive, respira, ama. Il grigio diventa rosso, asimmetria, incertezza, fato, infine tragedia.
“L’estate dei ricchi” Piera Carlomagno l’aveva già scritto nel 2016, ma il romanzo, brevissimo (un racconto lungo), era uscito nel solo formato ebook. Ecco perché me l’ero perso, mi sono detto quando Piera qualche giorno fa mi ha accennato al libro. Io leggo solo su carta: se non sono libri “veri” neppure li prendo in considerazione. Stamattina Piera mi ha raggiunto in tribunale per regalarmi una delle prime copie, scherzando sulla mia velocità di lettura, le ho detto che avrei iniziato e finito il quasi-nuovo romanzo nei dieci minuti che precedevano l’udienza. Non è andata esattamente così ma ci siamo capiti. Piera non smette mai di sorprendermi: ha un repertorio vasto, scrive di tutto e lo fa con la stessa brillantezza, senza lacune, senza arrancare, che si tratti del petrolio della Basilicata o di un matrimonio finito. “L’estate dei ricchi” è la storia di una sbandata, di una felicità inutilmente rincorsa. Mirella ha l’intuito della Viola Guarino che verrà e la stessa sensualità perversa della Leda Montessori di “Nero Lucano”. Storie di donne, e Piera le tratteggia alla sua maniera, con la giusta introspezione, dosando mistero e disincanto, inquietudine e malizia. Mirella è una donna inafferrabile, per due terzi del libro si muove tra verità e apparenza. Il romanzo è scritto in prima persona, senza filtri, ma Piera passa alla terza quando è Mirella a raccontare del suo doppio. È da questi dettagli che si giudica una scrittrice.
Angelo Cennamo