BRET EASTON ELLIS, DAVID FOSTER WALLACE: NEMICI PER SEMPRE

Gossip culturale, paraletteratura, decidete voi come definire il fenomeno: l’inimicizia tra Bret Easton Ellis e David Foster Wallace ha riempito per anni pagine di giornali, riviste, blog, inondato social, anche con strascichi post-mortem. Quando nel 1985 debutta con “Meno di zero”, come il Moravia de “Gli Indifferenti” Ellis è poco più di un adolescente. Il successo divampa, negli Usa poi nel resto del mondo. Wallace nell’85 è uno studente universitario alle prese con una tesi di laurea che di lì a qualche mese verrà rielaborata e trasformata in un romanzo. Il primo (“La scopa del sistema”). È il 1987. Due anni dopo si consacrerà con una raccolta di racconti intitolata “La ragazza dai capelli strani”, libro che per qualche strana ragione ricorda l’opera prima di Ellis. “Hai copiato il mio romanzo!” protesta il giovane scrittore californiano. Wallace non confesserà mai, ma quella raccolta sembra fare il verso proprio a certi autori iperrealisti come Ellis. A confermarcelo è Gerald Howard, editor di entrambi. Il racconto “La ragazza dai capelli strani”, dice Gerald, è una chiara parodia ellisiana, seppure mai ammessa. Risentimento. Rabbia. Invidia. La scintilla ormai è scoccata. Ellis definirà Wallace un autore conservatore, sopravvalutato, inutilmente santificato da lettori sprovveduti, ingenui, uno scrittore pretenzioso, soprattutto noioso. Wallace, non da meno, giudicherà “American Psycho” niente più che «un compendio sui problemi sociali degli anni Ottanta», e negherà di aver subito una qualche influenza dalle pagine di “Meno di zero” anche perché – dirà – “non l’ho mai letto.”

La rivalità tra Ellis e Wallace ha generato antipatie e diviso i lettori dell’uno e dell’altro autore. Confesso che per molto tempo mi sono rifiutato di leggere i libri di Ellis e di aver rimosso quell’embargo solo da qualche anno. Oggi posso dire di amare entrambi. Wallace ha indubbiamente una marcia in più: è uno status author, uno sperimentatore, un innovatore; Ellis un realista tradizionale che ha scritto sì dei capolavori ma anche qualche libro mediocre. Massimalismo lirico contro minimalismo iperrealista. Ferocia e cinismo contro ironia e depressione. Lo scontro tra Ellis e Wallace – si fa per dire – è tutto qui. 

Angelo Cennamo

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