Per troppo tempo di Richard Yates non si è parlato affatto: le vendite dei suoi libri non potevano di certo essere argomento di conversazione (nessun libro di Yates vendette più dodicimila copie dopo la prima pubblicazione “Io non voglio soldi, voglio lettori”). La rivalutazione postuma la si deve soprattutto a scrittori del calibro di Tobias Wolff e Michael Chabon, che da veri appassionati si offrirono volontari per promuovere l’opera di Yates con una serie di readings in giro per gli Stati Uniti. Il rilancio definitivo risale al 2009, l’anno di “Revolutionary road”, il film interpretato da Leonardo Di Caprio e Kate Winslet, ispirato al romanzo più conosciuto e che ha etichettato Yates come il miglior interprete della middle-class suburbana. L’insuccesso iniziale di Yates è stato spesso attribuito alla natura delle sue trame, per nulla rassicuranti, anzi disturbanti, popolate da uomini e donne frustrati e sull’orlo di una crisi di nervi o di alcol. Yates era uno di loro, non esiste un suo romanzo o racconto che non contenga pezzi di questa mesta biografia di sogni rincorsi e traguardi mancati. “Una buona scuola” esce nel 1978 ma sembra scritto trent’anni prima. Gli anni Quaranta e Cinquanta sono la dimensione temporale ideale dell’opera di Yates. È un romanzo di formazione, e fin qui ci siamo, raccontato con gli occhi e la voce – più o meno – di un adolescente, William Grove, ovvero lo stesso autore del libro. William è un ragazzo imbranato, goffo. Nel collegio del New England dove viene mandato a studiare (Dorset Academy) è preso di mira da tutti. Il riscatto passa attraverso il suo unico talento: la scrittura. William diventa articolista e direttore del giornalino d’istituto, la rampa di lancio verso il futuro mestiere di scrittore. La Dorset è lo scenario dove il giovane si muove – con poca disinvoltura – e interagisce con i compagni (alcuni molto simpatici altri decisamente meno) e con i docenti. Un microcosmo ma anche un rifugio dove gli echi della guerra sembrano attutiti dal frastuono delle lezioni, da divertimenti e dalle gare sportive. Jack Draper è un professore alcolizzato e ripetutamente tradito dalla moglie. Edith Stone, la figlia del preside che si innamora dello studente più ammirato della scuola. Hugh Britt, il compagno di stanza al quale William scriverà anche negli anni a venire per migliorare la sua prosa. Siamo alle ultime battute del romanzo, le pagine migliori, quelle in cui William, ormai adulto, ricorda con nostalgia il tempo trascorso alla Dorset e la figura del padre, mancato tenore, marito divorziato e uomo dai nervi fragili (è lui il protagonista di “Disturbo della quiete pubblica”, a mio avviso il vero capolavoro di Richard Yates).
Angelo Cennamo