FLORA – Alessandro Robecchi

Ottavo capitolo del Grande Romanzo di Carlo Monterossi – meglio evitare la parola “serie”, poco gradita all’autore. Mentre ne scrivo, “Flora”, edito da Sellerio come gli altri sette, è già balzato in vetta alla classifica dei libri più venduti: Alessandro Robecchi è uno scrittore che piace, e da “Torto marcio” in avanti – ad oggi il miglior romanzo della serie – la curva del suo share è in progressiva salita, e non solo tra i cultori del Giallo. L’ottava prova di Robecchi è un noir insolito, senza spargimento di sangue né pistole in vista. La storia scorre su un doppio binario temporale e culturale: la mediocrità del presente si alterna alla bellezza di una stagione letteraria lontana e irripetibile. “Flora” è Flora De Pisis, la nota conduttrice di Crazy Love, la regina del trash, la primadonna del circo nazional-populista, “l’enorme raffineria in cui entra il petrolio grezzo dell’ottundimento popolare, e quel che ne esce è un motivo di vita per lei, e dividendi per gli azionisti”, ovvero la tivù del dolore, ovvero la Fabbrica Della Merda nella quale il Monterossi ha avuto per anni un ruolo da protagonista. Ha avuto perché quel tempo è finito, ma restano i lacci e lacciuoli, clausole, commi, cavilli insomma che lo tengono ancora legato all’Azienda, se non altro per impedirgli di passare alla concorrenza. Ma stiamo sul pezzo: Flora è stata rapita. Maddài! Sì, è stata rapita e nascosta non si sa dove. La notizia però più interessante è che i suoi sequestratori non sono dei pericolosi terroristi ma una setta di romantici idealisti guidati dallo spirito di Robert Desnos, poeta surrealista e resistente francese morto nel 1945, che come riscatto chiedono un’ora di trasmissione in diretta e senza interruzioni pubblicitarie su tutte le reti della Grande Tivù Commerciale. Carlo Monterossi, l’alter ego di Robecchi, il suo Zuckerman – che in questo episodio si riprende la scena dopo essere finito ai margini ne “I cerchi nell’acqua”, il più sbirresco e cupo dei romanzi robecchiani – viene incaricato dal dott. Calleri, “l’inarrivabile padrone, l’elitrasportato, la creatura mitologica metà uomo metà consiglio di amministrazione” – di indagare, col massimo riserbo, insieme ai soliti amici della “Sistemi Integrati”: Oscar Falcone e Agatina Cirrielli. E Flora? Nel frattempo manda dei promo da un luogo misterioso per lanciare quello che si preannuncia il programma dell’anno, l’evento che terrà inchiodata l’Italia intera davanti alla tivù. Restate in ascolto e godetevi questo libro strambo e geniale. 

Angelo Cennamo

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