LEGITTIMA VENDETTA – S.A. Cosby

S.A. Cosby, scrittore originario della Virginia, lo abbiamo conosciuto un paio d’anni fa con “Deserto d’asfalto” (vincitore del Los Angeles Times Book Prize 2020 nella categoria Mystery/thriller) grazie all’editore Nutrimenti e al suo traduttore Nicola Manuppelli. Con “Legittima vendetta” (“Razorblade Tears”), nelle librerie italiane dal 28 marzo, questa volta con Rizzoli, Cosby – che prima di arrivare al successo con la scrittura ha fatto mille mestieri, dal buttafuori al giardiniere, dall’operaio al montatore di palchi – non ha deluso le aspettative (piuttosto alte visto il gradimento dell’altro romanzo), confermandosi tra i nuovi protagonisti del genere crime.

La trama del libro è piuttosto semplice: una coppia omosessuale – due giornalisti sposati con una figlia di pochi anni – viene assassinata a sangue freddo. Per dare una svolta alle indagini della polizia, giunte a un punto morto, il padre di una delle vittime (Buddy Lee Jenkins): un ex galeotto, bianco, divorziato, col vizio dell’alcol, propone al consuocero (Ike Randolph), di colore e anche lui con dei trascorsi in galera, di occuparsi del caso non ancora risolto. Come il Beauregard Montage di “Deserto d’asfalto”, Ike ha chiuso i ponti col suo passato balordo. Oggi Ike ha una moglie, un’azienda da mandare avanti e da pochi giorni anche una nipotina da crescere: non può e non vuole mandare tutto all’aria (lavoro, famiglia, reputazione) per vestire i panni del giustiziere della notte. Ma le pressioni di Buddy muovono le corde giuste ed è qui che il romanzo decolla. Come due Hap e Leonard attempati, Ike e Buddy iniziano un’indagine parallela a quella ufficiale della polizia che scatenerà una lunga spirale di violenza e di feroci ripicche. 

“Legittima vendetta” è chiaramente un romanzo sull’omofobia e sul razzismo. Ike e Buddy, che non avevano accettato l’omosessualità dei loro figli, men che meno l’idea che i due si sposassero, ora devono fare i conti col peso dei rimorsi e con una crescente sete di vendetta che cancella ogni timore, precauzione, riabilitazione civile dopo l’esperienza del carcere. Leggendo questa storia molti di voi si sorprenderanno del clima di arretratezza che si respira ancora oggi nelle province del sud degli Stati Uniti. La faccia brutale dell’America di Trump, troviamo scritto nella sinossi. Non credo che Trump abbia il copyright su questo andazzo, già perfettamente rappresentato da autori come Joe Lansdale, Chris Offutt, Ron Rash. Resta il fatto che Cosby, sulla falsariga dei suoi più illustri colleghi, è riuscito ad imbastire un plot forse non molto originale ma di grande impatto emotivo. 

Angelo Cennamo

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